Souvenir e diari di viaggio
Frammenti di ricordi di tanti giorni vagabondi
Viaggiare per il mondo è scoprire nuove realtà. E insieme è il piacere di portarne via con sé un pezzo, come ricordo. Quasi che le emozioni, le immagini, i suoni e i profumi rimasti impressi nella memoria non fossero sufficienti - da soli - a consolidare l’esperienza. E non bastano le foto, i video o gli schizzi fatti su un taccuino. Nasce così il desiderio del souvenir, quel desiderio che si declina nell’informarsi sui prodotti tipici del luogo, nel fermarsi a degustare e assaporare, nel toccare con le mani, nell’approfondire le tecniche e le arti, nel conoscere le esperienze e gli aneddoti degli artigiani e dei produttori alimentari, mentre visitiamo le loro
botteghe e bancarelle. Ed è insieme il desiderio di cogliere un fiore sconosciuto, una conchiglia, una pietra o terra e sabbia, pezzi di natura che equivalgono a veri e propri tesori per chi li sa apprezzare. Così qualche frammento dei luoghi vicini e lontani torna concretamente a casa con noi: di volta in volta può essere un pezzo d’artigianato, una cornice mosaicata, una scultura in legno o in pietra, un bicchiere o un gioiello, una crema o del fango miracoloso, un tessuto o un tappeto, un servizio da tè o una spada, un capo d’abbigliamento o un pupazzetto, una pelle o una tela dipinta, una piastrella o un vaso, il protagonista di una leggenda o un fumetto in lingua originale. Oppure un’ottima bottiglia di vino o di liquore, un bouquet di spezie, una birra, dell’olio d’oliva o dei semi locali, del the o del caffè secondo le tradizioni, salumi e formaggi oppure datteri e fichi, vasetti di salse d’ogni colore, biscotti fragranti, legumi secchi e in qualche caso verdure fresche, tutto rigorosamente prodotto in loco, a chilometro zero, col minor impatto ambientale possibile. E meglio ancora se preparato da associazioni solidali, da comunità di persone in difficoltà, in modo da unire al gusto del consumo l’appagamento di portare
un aiuto concreto a chi ne ha bisogno. E poi comincia tutto un altro piacere, quello che si concretizza una volta tornati, quando si scartano i pacchetti e si decide dove sistemare ogni cosa: la cornice o la maschera da appendere, il soprammobile o il magnete da collocare, il nuovo personaggio da unire alle altre statuine per un presepe cosmopolita, l’adesivo e le cartoline che non sappiamo più dove mettere... e tutti gli ingredienti per una ricetta ancora da sperimentare, per gustare ancora una volta gli aromi dei paesi lasciati.
Un altro modo per consolidare i ricordi di viaggio, per far sì che le emozioni e le riflessioni vissute non sfuggano dalla mente come granelli di sabbia, è scrivere. L’ideale è farlo subito, più o meno quotidianamente, magari rilassati seduti al tavolo davanti ad un aperitivo o la sera in camera d’albergo. Farlo quando rievocare i fatti della giornata non richiede alcuno sforzo, e gettarli sulla pagina, lasciando scorrere i pensieri a cui l’inchiostro da forma sulla carta. Può essere
il resoconto di una giornata, con la sequenza dei luoghi o degli incontri, oppure una riflessione che attraverso un unico tema racconta i momenti salienti, i paesaggi e le città. Può essere lo sguardo poggiato sul presente con gli occhi della storia passata, di fronte a una rovina, un memoriale o un museo. Può essere la celebrazione dell’arte o una denuncia sociale, la storia di un incontro oppure la sensazione di uno stato d’animo o di un desiderio. Ogni pagina fa storia a sé, frutto di una singola giornata di viaggio, col proprio ritmo, tono e filo del racconto. Ogni pagina racchiude il clou del vissuto quotidiano, gli aspetti che resteranno più memorabili o quei particolari significativi che sarebbero stati dimenticati. E per non dimenticare neanche il piacere
dei cibi e di una bella dormita, accanto alle memorie di viaggio come non tenere un diario dei ristori? Un bel taccuino, magari morbidamente rilegato in pelle, in cui segnare tutti i pasti e i pernottamenti, con nomi, località, menù e commenti, per ricordare la sensazione di casa che abbiamo provato in una trattoria o il piacere di una locanda dove cenare e al piano di sopra dormire. Per non scordare quel divertente incidente a colazione in una guesthouse o la notte improvvisata in tenda, per quel cestino di fragole preso lungo la strada o il pic nic immersi nella natura, per la doccia che non funziona e l’ordinazione che arriva al contrario, per il caffè in piazza o la serata al pub, la birra al bar panoramico o il cibo da strada, il ristorante a lume di candela o la degustazione in distilleria ...dove avevamo comprato quel souvenir, ricordi?
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