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Il Vagabondo 34 edit

Vagabondo europeo

C’è chi dice che ci vorrebbe più Europa e chi invece vorrebbe uscire dall’Europa.

Noi pensiamo che ci vorrebbe un’Europa diversa, più unita e più solidale, più aperta e più condivisa. Tutti i cittadini delle diverse nazioni che hanno aderito al progetto europeo dovrebbero sentire forte l’appartenenza a questa grande famiglia. Senza abbandonare costumi e specificità, le preziose differenze che ci rendono unici e peculiari e alle quali tutti siamo affezionati, gli europei dovrebbero lavorare per un futuro comune. Un futuro capace di proiettare l’intero continente europeo al passo coi tempi e coi grandi giganti dell’economia mondiale. Ciò che impedisce lo svilupparsi di un sentire unitario è la concezione su cui si basano le fondamenta della casa Europa. Una casa i cui soli interessi sono di natura finanziaria, che controlla severa le nazioni, che favorisce il rigore rispetto alla crescita, priva della logica comunitaria tipica degli stati federali moderni. Una casa che litiga per le quote dei migranti, che riapre le frontiere, che rifiuta di fare la sua parte in aiuto di chi si sta sobbarcando interamente del problema. Una casa lontana dai cittadini, istituzione di burocrati monolitica e a tratti imperscrutabile, incapace di portare avanti una politica comune al di sopra dei singoli stati.

Questa è il contrario dell’Europa che vorremmo, cioè un’Europa che unisce e non divide, un’Europa che si dimostra attenta ai problemi globali, un’Europa che assiste chi ne ha bisogno e non lascia indietro nessuno.

Edoardo

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