Novembre 2006
Il Vagabondo
Numero 2 Anno I
pensieri vagabondi su viaggi, letteratura, cinema, musica e tutto ciò che ci passa per la testa
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La frase del mese
"Impedire a una persona che fa il suo lavoro con passione di raccontare il mondo che la circonda è un'impresa impossibile"
(Anna Politkovskaja)
Biografia:
nasce il 30 aprile 1958 con il nome di Anna Mazepa a New York, figlia di due diplomatici ucraini di stanza presso l'ONU. Studia giornalismo all'Università di Mosca, dove si laurea nel 1980. La sua carriera inizia al famoso giornale moscovita Izvestia e prosegue in varie altre testate. Dal giugno 1999 fino alla fine dei suoi giorni, lavora per la testata on line in lingua russa Novaja Gazeta e pubblica alcuni libri fortemente critici su Vladimir Putin e sulla conduzione della guerra in Cecenia, Daghestan ed Inguscezia. Proprio in Cecenia la Politkovskaja si reca molto spesso, sostenendo le famiglie delle vittime civili, visitando ospedali e campi profughi, intervistando sia militari russi che civili ceceni. Nelle sue pubblicazioni, non risparmia critiche violente sull'operato delle forze russe in Cecenia, sui numerosi e documentati abusi commessi sulla popolazione civile e su Ramazan Kadyrov, Primo Ministro ceceno sostenuto da Mosca. Gode anche di notevole considerazione negli ambienti ceceni: il suo nome è spesso apparso fra i "negoziatori privilegiati" dalla guerriglia, così come appare fra le personalità impegnate a condurre le trattative durante la crisi del teatro di Dubrovka. L'impegno le comporta però anche nel febbraio del 2001 l'arresto e il divieto assoluto, sancito dal Governo russo, di ingresso in un qualsiasi ospedale presente in territorio ceceno. Nell'ottobre del 2001 è costretta ad abbandonare la Russia, in seguito a ripetute minacce ricevute via e-mail da un ufficiale di polizia, da lei accusato di crimini contro la popolazione civile in Cecenia. Nel 2003, un ufficiale dell'Esercito russo viene accusato di aver attentato alla sua vita. Il processo si conclude con un nulla di fatto. Nel settembre 2004, mentre si sta recando a Beslan durante la crisi degli ostaggi, viene improvvisamente colpita da un malore e perde conoscenza. Si suppone un tentativo di avvelenamento, ma la dinamica dell'accaduto non verrà mai chiarita del tutto. Sabato 7 ottobre 2006, Anna Politkovskaja viene ritrovata morta nell'ascensore del suo palazzo a Mosca. La polizia rinviene una pistola e quattro proiettili accanto al cadavere, sospettando una vera e propria esecuzione. Le indagini sono tuttora in corso, mentre si moltiplicano gli appelli e le manifestazioni (in Russia e nel mondo) per un'inchiesta seria e completa sull'accaduto.