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Novembre 2006

Il Vagabondo

Numero 2 Anno I

pensieri vagabondi su viaggi, letteratura, cinema, musica e tutto ciò che ci passa per la testa

Musica

Cisco Bellotti

La lunga notte dell'ex voce dei Modena City Ramblers

Cisco La lunga notte Il Vagabondo viaggia

Data: sabato 29 settembre; luogo: Fnac di Genova, piano inferiore; ora: le sei di sera.

Questi gli estremi dell’appuntamento dato da Cisco ai suoi fan, per fare due chiacchiere in compagnia e presentare le sue nuove canzoni. Quando arriviamo, Cisco sta conversando con Don Gallo, la sala è già piena, l’attesa tanta; più che altro per la curiosità di sentire cosa è diventato Cisco dopo aver abbandonato i Modena City Ramblers e magari sapere da lui quali sono le motivazioni che lo hanno spinto a separarsi da quel gruppo di amici, musicisti, compagni di viaggio e di vita. E non appena prende la parola soddisfa subito i nostri interrogativi più grossi: “la mia musica è cambiata, ha subito un evoluzione ma io sono sempre lo stesso, incazzato, come prima” e “la separazione dei Modena è avvenuta in totale amicizia, ed è maturata da un mio bisogno di rallentare i ritmi della mia vita”. 

Si comincia a parlare del nuovo album, che prende il titolo da una famosa asserzione del Subcomandante Marcos: “Stiamo vivendo una lunga notte”, e per noi, reduci dal Chiapas, è già piuttosto chiaro qual’è la direzione che prenderà il disco. Cisco intanto invita Don Gallo sul palco e il parroco fa il suo show, infarcendolo di aneddoti, battute e dure considerazioni sullo stato del mondo in cui viviamo; con i suoi denti radi e il sigaro sempre in mano, ci regala emozioni nel suo gergo inconfondibile fatto di sacro e profano, di sorrisi contagiosi e sofferenza. Ma adesso basta con le parole, è tempo di musica: Cisco ci regala tre brani del suo nuovo album riempiendo la sala con la sua voce calda e suoni essenziali: accompagnato dalla chitarra dell’amico Guido Foddis, ecco spandersi le note e le parole de ‘La lunga notte’, dura accusa al nostro presente, al nostro mondo ancora così pieno di problemi, ingiustizie e disparità sociali e quindi quelle di ‘Tina‘, dolce omaggio alla grande fotografa/pasionaria italiana. Infine, impugnato un bodhran, tamburello tipico della tradizione irlandese, intona le parole di ‘Terra rossa’ immergendoci in ritmi fangosi e ancestrali, fatti di sudore, lavoro e tradizioni. 

Cisco La lunga notte Il Vagabondo viaggia

Il pubblico ascolta attentamente le note e i messaggi che l’ex ramblers vuole comunicare, e lo accompagna in coro quando decide di regalare alcune vecchie emozioni targate MCR, come la commovente canzone partigiana ‘I ribelli della montagna’ o la solare e vagabonda ‘La strada’. Il finale è pirotecnico, merito di un regalo inaspettato, un Kazoo, col quale accompagnare le note di ‘Una perfecta excusa’: l’inizio è un po’ disordinato ma poi l’affiatamento cresce e alla fine ci riveliamo degli eccellenti suonatori. 

Non ci resta che ringraziare e salutare, senza però dimenticare di passare alla cassa, siamo curiosi di ascoltare per intero ‘La lunga notte’. Dopo un paio di ascolti, ci siamo già fatti un’idea: il disco è bello, pervaso da ritmi a tratti intimisti e minimali, lontani anni luce dal folk spericolato dei MCR, e a tratti più etnici e solari, che rivelano una ricerca di sonorità nuove e insolite. Le tematiche però, rimangono le stesse di un tempo e non potrebbe essere altrimenti per un artista che ha sempre messo nelle sue canzoni la sua vita, le sue passioni, i suoi dubbi, i suoi ideali. Il filo comune che, a mio giudizio, lega gran parte dell’opera è una forte carica di denuncia sociale, che può prendere le mosse da un luogo, da un personaggio, da una situazione. E così, seduti sul divano ad ascoltare il disco, ci ritroviamo catapultati a Santiago del Cile, a San Cristobal oppure nel rigido inverno dell’umanità di Birkenau, incontriamo Best e Tina Modotti, rabbrividiamo di fronte alle asciutte e rapprese parole scritte da Luis Sepulveda subito dopo i feroci e disumani attentati di Madrid. E poi ci abbandoniamo alle note più intimiste che raccontano di addii sofferti ma necessari e di donne capaci di consolare e sostenere, nella splendida cover di ‘Sister of mercy ’, per tornare ad indignarci di fronte a una vita che ti riduce a essere soltanto un numero. Il risultato di queste quattordici tracce appare maturo ed equilibrato e il messaggio forte e deciso, e si riassume bene nell’ultima canzone dove Cisco incita a smettere di far finta di niente e rendersi conto che

questo è il momento di fare silenzio

è il nostro tempo

è il nostro momento

dall'altra parte della riva del fiume

col vento in faccia

sempre controcorrente

dall'altra parte della riva del fiume

su di una strada senza più direzione

questo è il momento di provarci davvero

è il nostro tempo

è il nostro momento” 

A  Di fronte a questo appello è nostro dovere non tirarci indietro, dopotutto anche Cisco è un vagabondo come noi, e proprio come noi cammina sulla strada sempre dalla parte scura. 

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