Novembre 2006
Il Vagabondo
Numero 2 Anno I
pensieri vagabondi su viaggi, letteratura, cinema, musica e tutto ciò che ci passa per la testa
Editoriale
Vagabondo, atto secondo
Il primo numero del Vagabondo è ormai in archivio così come i primi apprezzamenti ricevuti; a chi è piaciuta una cosa a chi un’altra, l’importante è che abbia fatto parlare. E dai complimenti, nasce lo stimolo migliore per metterci subito al lavoro e dare un seguito a questa avventura. E quale migliore modo per confermare quanto di buono siamo riusciti a fare, se non mettersi in viaggio? Dettofatto, da buoni vagabondi, ci siamo caricati lo zaino in spalla e siamo partiti. Sulla nostra strada altri luoghi, altri sapori, altre persone; e soprattutto una nuova storia con il suo bagaglio di emozioni e conoscenza. Perché per noi vagabondi, attraversare il mondo è il modo migliore per prenderne coscienza, per vedere, per capire, perché non c’è esperienza più formativa che quella diretta. E per questo, la nostra smania di andare è anche figlia della nostra sete di apprendimento e di crescita personale.
Potremmo definirla la formazione della strada, quella più dura, più difficile, più pericolosa, ma sicuramente anche la più vera, la più concreta, la più utile.
Imparare, però, non deve mai essere fine a se stesso, ma funzionale alla creazione di qualcosa; noi sogniamo un mondo migliore di questo, un mondo più giusto ed equo, perché per noi un altro mondo è possibile. Per crearlo, forse, ci vorrebbero più vagabondi in giro per il pianeta a portare il loro messaggio fatto di solidarietà e amicizia, di integrazione e scambio culturale. Per questo, la nostra esortazione è: rispettate gli altri e le loro diversità, cercate di comprenderle; perché tutti noi siamo diversi e tutti noi dobbiamo contribuire alla creazione di un mondo dove la parola diverso non sia più sinonimo di odio, razzismo, guerra.
Edoardo