Sicuramente la risposta migliore a questa domanda è: uno stato d’animo, un modo di vivere e di affrontare l’esistenza. Vagabondi si è solo se ci si sente. Ed io appartengo a questa specie, la specie del vagabondo quella un po’ sognatrice e un po’ fricchettona, allegra e curiosa, rivoluzionaria e combattente, amante del mondo e dei suoi abitanti, al limite dell’utopia nella sua ricerca di libertà, amore, pace e giustizia sociale, una specie rara ma forte e caparbia nell’affermare le proprie idee senza compromessi e paura. Questo è il vagabondo e qua dentro sono racchiusi, come specificato nel sottotitolo, una seria di pensieri vagabondi su argomenti diversi, dai viaggi (e come potrebbe essere altrimenti, i viaggi sono la linfa primaria di un vagabondo, in grado di fornirgli alimento e stimolo, formazione e arricchimento) al cinema, dalla musica alla letteratura e quant’altro abbia voglia di scrivere io e coloro che avranno il piacere di aiutarmi in questa avventura. Perché chiunque legge queste poche righe e si ritrova alla perfezione nella descrizione che ho fornito, può aderire al vagabondo con i suoi scritti, le sue foto, i suoi pensieri o qualsiasi altra cosa stimoli la sua creatività vagabonda. E chissà che al numero uno segua il due e poi il tre e altri ancora, trasformando il mio sogno nella realtà di tanti. Ma adesso basta! Lo spazio a mia disposizione è terminato, buona lettura e buona scrittura con il vagabondo…