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mani escher

Articolo di viaggio

Tre settimane vagabonde 

nella Svezia e Finlandia meridionali

Settemilaseicento chilometri sono un bel po’ di strada. Ma la Svezia non è dietro l’angolo. Occorrono due giorni di viaggio per raggiungere la Svizzera, attraversare tutta la Germania, navigare fino alla Danimarca e percorrerla fino a Copenaghen. Dalla capitale danese una lunga strisica d’asfalto si getta prima sott’acqua e poi si alza in un ponte infinito che vola sopra il mare fino alla terra svedese.

Malmo

Arriviamo a Malmo che è quasi buio, ma la vita in Lila Torget è ancora scoppiettante: i tavolini all’aperto sono pieni di giovani che chiaccherano, fumano e bevono birra. Un’atmosfera frizzante da cui ci lasciamo contagiare per trascorrere nel migliore dei modi la nostra prima serata in Svezia. Malmo è un biglietto da visita davvero interessante per questo viaggio: ci incanta il perfetto connubio tra vecchio e nuovo, tra edifici antichi e nuove avvenieristiche sfide architettoniche, come il Torsolo, un grattaccielo progettato da Calatrava ruotato di novanta gradi fra base e sommità. La città sembra a misura d’uomo, lungo le strade chiuse al traffico si muovono le biciclette e i biondi capelli di qualche svedese, i bar sono tutti pieni e c’è un’aria positiva piuttosto contagiosa.

La ritroviamo nelle cittadine che incontriamo lungo la costa meridionale della Svezia, adagiate lungo lo scintillante mare o immerse in campagne in cui il verde è chiazzato dalle macchie bionde di segale, che oscilla in balia del forte vento. Ognuna a suo modo ci regala emozioni forti: a Lund rimaniamo con il naso all’insù di fronte alla cattedrale, a Ystad passeggiamo fra case a graticcio colorate e assistiamo ad uno strabiliante concerto con un organo a pompa, mentre a Kalmar restiamo estasiati di fronte al pittoresco castello attorniato dalle acque. E’ Karlskrona però che ci conquista veramente: questa antica città baluardo è oggi un agglomerato urbano fiero del passato marinaro e militare, di cui mostra generosa le vestigia e i ricordi, ed è al tempo stesso piacevolmente conscia del suo incantevole fascino, che le conferiscono le tante isolette che la contornano, perfette da esplorare in barca.

Ystad
Chiesa a Gotland
festa medievale a Visby

​Un primo traghetto ci trasporta verso l’isola di Gotland, un lungo sigaro adagiato nel mezzo del Mar Baltico. Quando approdiamo è già buio da un pezzo, ma non è ancora tempo di andare a dormire: il cielo sereno ci regala un incredibile benvenuto sotto forma di una scintillante pioggia di stelle cadenti. La festa medioevale di Visby ci fa viaggiare indietro nel tempo, mentre ci muoviamo fra accampamenti, uomini e donne in costume e trascinanti musiche celtiche, in un tessuto urbano ricco di fascino che rammenta la passata grandezza della città, un tempo potente porto anseatico. La storia si mescola lungo questa splendida isola, che conserva misteriose pietre vichinghe disposte a forma di nave e quasi un centinaio di chiese medioevali, memori di un periodo in cui i soldi giravano fluenti e ogni piccolo paese ambiva ad avere la propria parrocchia. Anche la natura reclama il suo spazio, siamo pur sempre su un’isola, e allora ecco le stradine costiere, selvaggie, sferzate dal vento, su cui si affacciano minuscoli borghi di pescatori. Mentre il traghetto ci riporta sulla terraferma, tutte queste emozioni si condensano nell’unica forte sensazione di aver vissuto momenti davvero indimenticabili.

L’ultimo scampolo di Svezia è ancora all’insegna della storia con la s maiuscola: prima Singtuna poi Uppsala, legate dal comune denominatore religioso. Due chiese, un piccolo gioiello in mattoni e una maestosa cattedrale, per ricordare che la prima città si fregia del titolo di più antica di Svezia, mentre la seconda di antica capitale e luogo di incoronazioni regali. Ma Uppsala non è solo la sua chiesa e i preziosi manoscritti gotici che conserva, è anche città natale di un genio della botanica, Carl Von Linnè, la cui classificazione delle piante è ancora una pietra miliare di quella scienza. A poca distanza dal centro cittadino, in un ambiente bucolico e suggestivo, sorgono poi le misteriose tombe di alcuni re vichinghi, coperte da alti cumuli che paiono dolci e verdi colline. Un concentrato di richiami che sono i fuochi d’artificio finale di questo primo tempo svedese, perché è di nuovo tempo di prendere il mare e puntare le isole Aland, entità amministrativa dipendente dalla Finlandia, ma dotata di una fiera e ostentata autonomia. Lo si nota dalle bandiere locali che sventolano ovunque, dalle persone con cui capita di parlare, dalla filiera di prodotti tipici, dai formaggi agli yogurt, dalle mele alla birra, che fanno bella mostra di sé nei negozi e nei supermercati. Le isole invece sono poco godibili in auto: tutte le strade principali sfrecciano al loro interno ed è raro poter godere del mare se non si usano una bicicletta o i propri scarponi. Il tempo limitato ci induce a soluzioni alternative, quali godere del nostro piccolo cottage rosso, affacciato su una romantica baia, da dove godere del tramonto con una cena all’aperto prima di lasciarsi cullare da una bollente sauna. Perché se qualcosa non riesce come si desidera, bisogna sempre trovare un piano alternativo per godere al meglio del luogo in cui si è capitati. E poi arriva anche la prima pioggia, una mattinata uggiosa, che ci consegna alla successiva traversata, direzione Turku.

chiesa di Sigtuna
tramonto isole Aland
Turku quartiere povero

Inizia la vera Finlandia e le prime impressioni che ci suscita sono di un paese sospeso fra oriente e occidente, fra i paesi scandinavi e la vicina e ingombrante Russia. Le città sembrano meno curate rispetto a quelle della Svezia, sono meno pulite, mentre l’aspetto delle persone, soprattutto quelle più anziane, ha un vago sentore di est Europa. Ma restiamo pur sempre nel nord del Vecchio Continente e questo significa un tenore di vita alto, un’economia florida, un senso civico marcato e un’ospitalità sempre garbata e mai invadente. Non mancano poi le attrattive, come il quartiere povero di Turku, risalente al Settecento e giunto miracolosamente intatto ai nostri giorni, unico scampato ad un devastante incendio che distrusse la città. Una rarità un po’ ovunque avere a che fare con case abitate da umili e quindi da sfruttare al massimo per comprendere le esistenze di chi non contava niente e sporadicamente faceva la storia.

Sempre sulla costa meridionale del paese si incotrano Rauma e Porvoo due graziose cittadine ricche del fascino emanato dalle stradine acciottolate, dalle casette in legno color pastello, dalle botteghe artigiane. In mezzo a loro c’è Helsinki, la capitale, città non bella ma interessante, un concentrato di stili ed epoche, con un’immensa struttura difensiva su una delle tante isole che la proteggono e una piccola chiesa scavata nella roccia, coperta da una spirale di rame. Un luogo di culto che emana spiritualità e ci regala emozioni semplici e pure, così come l’immenso coro che spande le sue melodiose voci dagli scalini della bianca cattedrale cittadina. Attimi di pura poesia in un agglomerato urbano caotico e vivace, colto e amante del design, pieno di vitalità, di gente per strada e con una vita notturna fra sigarette accese e fiumi di birra.

Helsinki
Regione dei Laghi

Non può essere più differente la Regione dei Laghi, che si raggiunge addentrandosi a nord, verso l’interno e si capisce che si è arrivati quando l’acqua comincia a superare le terre emerse e ogni chilometro di strada regala scorci da incorniciare. Una pura meraviglia di riflessi su specchi placidi e gentili che induce alla contemplazione del silenzio, alla pratica dell’ozio. Luogo ideale, adibito alla bisogna, è il classico cottage sul lago, che tanto i finlandesi adorano per rilassarsi e ritrovare il contatto con la natura. Lo sperimentiamo sulla nostra pelle e ne rimaniamo affascinati: ogni attimo si ricopre dolcemente di indolenza, piacere fisico e mentale. La ciliegina sulla torta è la sauna a legna personale, in cui sudare via le preoccupazioni e lo stress, per poi correre coraggiosi verso il lago e lanciarsi fra le sue acque ghiacciate, in un continuo avvicendamento di caldo e freddo che dona al corpo una sensazione di profonda quiete. L’esplorazione della Regione dei Laghi si rivela altalenante, perché a dettare i ritmi ci pensa il clima in un alternarsi di belle giornate di sole e cieli grigi carichi di pioggia. Non riusciamo ad esplorarli dall’acqua e questo ci dispiace, ma riusciamo lo stesso a respirarne l’atmosfera sopperendo ai capricci del clima con esperienze alternative, come i piaceri della tavola o quelli di un centro benessere. Il saluto alla Regione lo diamo a Petajavesi, dove scopriamo una commovente chiesa in legno, che scricchiola sotto i nostri passi e rivela opere d’arte di una purezza e semplicità sublimi.

​Poi il paesaggio inizia inesorabilmente a cambiare e al posto delle foreste e dei laghi, si fanno spazio i gialli campi coltivati e le fattorie in legno. Fino a Seinajoki che abbiamo scelto come tappa per fare la conoscenza con le opere del più famoso architetto finlandese: Alvar Aalto. Non ne restiamo entusiasti, inutile nasconderlo, la troppa rigorosità formale poco si sposa con il nostro approccio più fantasioso e la sola biblioteca ci incuriosice con i suoi giochi di riflessi fra vetri e metallo. E’ ormai tempo di salutare la Finlandia e navigare di nuovo verso la Svezia: salpiamo da Vaasa con il nostro bagaglio di impressioni, ricordi e buone ragioni per tornare.

architetture di Aalto
Hoga Kusten

​La terra svedese ci accoglie nel migliore dei modi e ci conduce attraverso i paesaggi pittoreschi dell’Hoga Kusten. Una terra strana, che si erge dal mare di quasi un centimetro l’anno, anche se questa non è la sua unica eccellenza. Perché è bella davvero questa regione in cui si incontrano placidi laghi con lunghi pontili, villaggi di pescatori colorati di rosso Falun, reti da pesca ad asciugare al sole e piccole chiese con tanto di grossa chiave appesa ad un chido, per permettere a chi arriva di varcarne la soglia. E poi il mare, con il suo blu intenso, che accarezza le roccie che sfuggono alle sue acque.

I tempi lenti dell’Hoga Kusten mutano di colpo quando il ritorno comincia a chiamare e i chilometri da percorrere sono ancora tanti. Rotta verso sud, nell’interno della Svezia, anche questa terra di foreste, laghi e di graziose cittadine come Nora, Orebro, Vadstena. Tutte soste piacevoli dove godere al meglio della simpatica ospitalità degli svedesi, da queste parti più ciarlieri del solito. E così fra un castello e una chiesa cattolica, cosa rara in un paese di protestanti, fra un gelato e un’antica pietra runica piena di simboli incomprensibili, arriviamo al capolinea: Helsinborg. Da qui si salpa per la Danimarca, da dove chilometri di interminabile asfalto ci condurranno, nel giro di due giorni, nuovamente a casa.     

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Edoardo, 2016

Nora
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