Strade panoramiche
AUSTRALIA
Great Ocean Road
Una lunga strada panoramica che si snoda lungo la costa sud dell’Australia, da Bells Beach a Warrnambool.
La bellezza che toglie il fiato è tutta nei paesaggi incontaminati, che si susseguono sia nei tratti interni sia in quelli costieri. Ne abbiamo percorso circa 250 km (su un totale di 400 se si arriva sino a Portland), ed ogni curva ha saputo regalarci viste emozionanti.
Si comincia con Bells Beach: lunga spiaggia di sabbia, protetta alle spalle da un’alta costa rocciosa e diventata leggendaria fra i surfisti di tutto il mondo perché qui si è consumata la resa dei conti di Point Break.
Una lunga passeggiata sull’arenile, e si prosegue diretti sempre ad ovest, fino al piccolo villaggio di Aires Inlet, che con un bel faro e un accogliente pub è l’ideale per una pausa pranzo.
Dopo un lento pomeriggio fra curve e innumerevoli soste foto, si arriva ad Apollo Bay, giusto in tempo per un ultimo bagno nelle sue acque cristalline e per una bella dormita, magari al colorato Kookaburra Cottages.
Il viaggio riprende con una sorprendente possibilità: percorrere il bel sentiero del Maits Rest Rainforest Boardwalk, che serpeggia fra felci, palme ed eucaliptus, immersi nella caratteristica nebbiolina delle foreste pluviali.
Ma la prossima tappa è di nuovo di quelle che valgono il viaggio: il Port Campbell National Park, che custodisce le spettacolari scogliere dei Twelve Apostles. I famosi Dodici Apostoli sono un complesso di faraglioni di roccia calcarea, modellati nei secoli dal mare, dal vento e dalle piogge.
Gli stessi agenti atmosferici che a qualche decina di chilometri hanno scavato il bellissimo Arch e il London Bridge, doppio arco naturale, ancora affascinante dopo il parziale crollo del 1990, specialmente se osservato al tramonto, mentre la mareggiata lo sferza incessante.
L’umidità continua a tratti fino a Cape Otway, punto più meridionale dell’Australia continentale e sede di uno scenografico faro. Quando le nuvole si diradano il sole fa brillare di verde i prati e d’azzurro il mare che si frange sottostante, facendo venir voglia di non andare più via.
Infine destinazione Warrnambool, per una bella cena, un dolce riposo e due passi nella fedele ricostruzione del vecchio porto, salutando la straordinaria varietà di bellezze che questa strada panoramica sa offrire.
Oodnadatta Track
Direzione deserto in fuoristrada, lungo lo storico sterrato che da Maree conduce a Marla, e che abbiamo percorso fino al minuscolo villaggio di William Creek, “in the middle of somewhere”, deviando poi per Coober Pedy.
Fatta scorta d’acqua, di ghiaccio e di viveri all’ultimo piccolo villaggio (Maree), col serbatoio pieno e l’entusiasmo dell’avventura abbiamo virato a ovest, pieni di aspettative per una giornata che si sarebbe rivelata favolosa.
L’ambiente circostante è terra, sabbia, pietre ...e una lunga pista che corre dritta fino all’orizzonte, attraversando un paesaggio caldo, rosso, arso e deserto.
Ogni tanto corrono accanto alla strada i resti dell’antica ferrovia: tratti dei binari della Great Northern Railway ormai arrugginiti, o ruderi delle vecchie case cantoniere, mentre qualche timido emù si aggira circospetto.
In mezzo al nulla, dopo circa 60 km da Maree, s’incontra un incredibile parco di statue, il Mutonia Sculpture Park, un posto onirico. In un silenzio totale rotto solo dal soffio di qualche folata calda, si ergono personaggi e forme metalliche, assemblaggi di macchine ormai inservibili che hanno trovato una nuova ragione d’essere. Stupefacenti i due aerei saldati insieme e letteralmente piantati nel terreno coi musi rivolti al cielo!
Proseguendo, si scorge ad oriente un bagliore nel terreno: è il Lake Eyre che si avvicina. Il lago salato più grande del mondo sorprende per la sua piatta e candida immensità, coperta in ogni centimetro di un sottile strato di sale bianco e brillante.
Per rinfrescarsi un po’ si può riprendere la strada e dopo altri 40 km fermarsi per un tuffo alla Coward Springs, sorgente termale che non dimenticherete facilmente!
Lo si raggiunge con una breve deviazione e lì, da soli in quella maestosa vastità, si può contemplare e meditare ...finché la sete chiama a combattere il caldo opprimente.
Un polveroso parcheggio, una scatola di legno per pagare 2$ d'ingresso e un sentiero da seguire fino a un piccolo cancello.
Dietro ad esso una palizzata circonda una vasca naturale, in cui sgorga acqua a 26-28 gradi, davvero rinfrescante visti gli oltre 35 °C di queste zone.
Lungo l’ultimo tratto di pista incontriamo qualche auto abbandonata, pochi arbusti e quasi non ci accorgiamo di arrivare: due case, un bar e una pompa di benzina formano il "paese", lì accanto qualche container attrezzato dove passare la notte...
Il tempo scorre veloce e il sole comincia a declinare abbastanza da dover ripartire, per arrivare all’ultima meta del giorno: William Creek.
Dopo una ricca colazione, di nuovo in macchina, direzione ovest fino a ritrovare l'asfalto nei dintorni di Coober Pedy.
Il paesaggio si fa sempre più rosso e brilla nel contrasto con l'azzurro di un cielo senza nuvole!
Quando ai lati della strada compaiono piramidi di pietre e terra, significa che si è quasi arrivati a Coober Pedy, paese di minatori al lavoro e miniere aperte al pubblico. Qui non si cerca l'oro, ma una pietra rara: l'opale, dai riflessi iridescenti.
Dal deserto alle gioiellerie: l'Oodnadatta Track è un'esperienza da fare assolutamente!!