Strade panoramiche
CAMBOGIA
&
Tre itinerari per esplorare il magnifico sito di Angkor
Visitare i resti di Angkor significa scoprire una metropoli del XII secolo, quando la capitale del regno Khmer contava un milione di abitanti. Alla base un capolavoro ingegneristico: un'estesa rete di canali e bacini, che ancora oggi si sposa armoniosamente alle centinaia di templi di pietra, circondandoli di fossati e specchi in cui riflettersi. In alcune parti la giungla ha abbracciato le rovine, rendendo ancor più suggestiva l'esplorazione di cortili e porticati, torri e piramidi. A decorare il tutto ci sono gli splendidi bassorilievi, con cui i Khmer raccontavano le gesta del mito, la fede e le battaglie del loro tempo, o semplicemente abbellivano i muri, con raffinate danzatrici, fiori e fantasiosi animali.
Da visitare accordandosi sui percorsi con un simpatico autista di tuc-tuc nella vicina Siem Reap.
Primo giorno: gli edifici principali - Angkor Wat & Bayon
Si comincia con l'area più imponente, l'Angkor Wat, che colpisce e incanta sin da lontano, circondato com'è da un fossato largo quasi 200 m. Superate le mura vi è un ampio spiazzo, in cui non restano tracce delle antiche case in legno. Un'unica strada corre dritta sino all'edificio principale, affiancata da centinaia di lunghi naga, serpenti policefali posti a guardia dell'area e capaci di unire la terra (il profano) e il cielo (il sacro).
Giunti al cospetto dell'area sacra si è ammaliati da tanta bellezza: alti prasat (torri) si ergono imponenti oltre una seconda cerchia di mura, protetta da leoni guardiani e decorata con fregi di soldati e danze
All'interno delicate divinità femminili sorridono alle pareti, su sfondi di piante fiorite. Vi consigliamo di esplorare la zona con calma, arrivando al cuore solo dopo aver passeggiato lungo i corridoi porticati e le gallerie dai muri scolpiti, fra padiglioni e antiche biblioteche.
La parte centrale è la più raffinata, decorata con la mitologia di Vishnu. E' possibile salire all'interno ed affacciarsi dal prasat centrale, che svetta a 65 m d'altezza e regala un panorama mozzafiato dell'Angkor Wat.
La visita richiederà alcune ore, perciò può essere utile portare con sé uno spuntino e dell'acqua. All'uscita troverete delle simpatiche venditrici di ottima frutta fresca.
Dopo esservi rifocillati riprendete il tuc-tuc e dirigetevi al Bayon, altro sito imperdibile, dedicato questa volta alla religione buddhista e situato al centro dell'area dell'Angkor Thorm, sede della corte e dei sovrani.
Più piccolo e meno maestoso dell'Angkkor Wat, il Bayon conquista proprio per la dimensione raccolta, l'atmosfera più intima...
Anche qui gli artisti ed i sapienti khmer si sono uniti per creare bassorielievi delicati ed espressivi, con cicli di storie belliche a cui si alternano scene di vita (mercati, pranzi, giochi...) e cicli sacri. Indimenticabili le belle apsara, le danzatrici che ballano su fiori di loto.
...e per le decine e decine di volti che sorridono sereni da ciascun lato delle sedici torri presenti nel templio.
Vista la quantità di decorazioni anche la visita del Bayon richiede il suo tempo, considerando che si sale su tre livelli sino al cuore del prasat centrale (la sala rituale), visitando atri e vestiboli che nascondono statue e scorci incantevoli.
Per concludere questa prima giornata, consigliamo una tranquilla passeggiata nel verde punteggiato dalle rovine del Palazzo Reale. Resteranno nella memoria i riflessi delle piscine a cielo aperto e le ampie terrazze scolpite, con infinite file di uomini, naga ed elefanti a sorreggerne il peso lungo la Strada Reale.
Secondo giorno: i templi nella giungla
Lo spettacolo è entusiasmante: l'intreccio genera una nuova magia, che arricchisce l'ornamento dei fregi khmer, dell'epoca buddhista del Bayon.
A metà strada fra questi due templi, c'è un'altra meraviglia da esplorare: il Preah Khan, una vera e propria città.
Terminata la visita di questi tre siti, sarà ormai pomeriggio, e per variare un po' si può fare una bella passeggiata al Neak Pean, lungo un sentiero sterrato che si trasforma poi in passerella sull'acqua.
L'ultimo luogo della giornata da non perdere è un bellissimo tempio montagna: il Pre Rup, una piramide a gradoni con elefanti di pietra in ogni spigolo. Ad est cinque alti prasat sembrano proteggerlo, in un cortile un sarcofago misterioso riporta ad antichi riti funebri e sulla piattaforma più alta altre torri si ergono, riccamente decorate, con bassorilievi eleganti l'uno più bello dell'altro.
Il punto d'arrivo è il complesso di tredici bacini, di cui cinque sono fruibili: al centro si trova il bacino più grande, con un'isola che ospita un prasat decorato con la vita del Buddha.
Da scoprire girovagando senza meta, esplorando le vie laterali in cerca dello scorcio perfetto.
Altri quattro specchi d'acqua sono posti a croce attorno al centrale, ciascuno dedicato ad uno degli elementi che compongono la natura umana: terra, aria, acqua e fuoco. La peculiarità del luogo è il suo legame con la medicina ayurvedica, che secondo la tradizione curava le malattie con bagni nelle piscine dei quattro elementi.
Salite in alto e godetevi il tramonto sulle rovine, le tonalità della pietra che si fanno via via più calde, il cielo che si accende di colori e una piacevole birra fresca fra le mani!
Terzo giorno: la raffinatezza delle origini
Intorno la giungla è lussureggiante e avvolge ogni cosa...
Oggi ci si dirige verso nord per una ventina di km, per dedicare mezza giornata a due luoghi indimenticabili.
Si comincia con Banteay Srei, piccolo complesso circondato dall'acqua, che conserva intagli raffinatissimi: ogni porta, architrave e colonna è animata da motivi floreali o geometrici, scene mitiche o sacre, danzatrici, creature fantastiche e animali
Da osservare con calma, perché ogni pietra ha una storia da raccontare... ogni dettaglio è scolpito con cura e la visione d'insieme supera le aspettative!
Per raggiungere la meta successiva, poco distante, occorre affrontare una bella passeggiata nel folto della giungla, seguendo il sentiero che risale la collina per una ventina di minuti, fino ad incrociare il fiume sacro a Kbal Spean.
Qui un affluente del Siem Reap custodisce i lavori scolpiti da antichi eremiti nell'XI secolo.
Non ci sono templi o altre costruzioni, ma solo rocce scavate e scolpite con forme geometriche e animali: coccodrilli, cavalli alati, uomini, fiori di loto e divinità, che emergono dall'acqua che ha continuato a modellarle negli anni.
E' un luogo che ha qualcosa di magico, che incanta per la sua semplicità, per la natura che è parte integrante dell'opera d'arte ...e forse hanno ragione i cambogiani che salgono sin qui per bagnarsi alla cascata, gesto beneaugurante per il futuro.
Risalire in barca il Tonlé Sap
Una mezza giornata in barca lungo il fiume principale della Cambogia, partenza la mattina presto dai pontili di Phnom Penh e arrivo nel primo pomeriggio all'imbarcadero poco fuori Siem Reap, la base per la visita di Angkor.
Viaggiare sull'acqua ha il pregio di regalare un punto di vista insolito per osservare il mondo, in questo caso la periferia della capitale e poi le rive coltivate punteggiate di villaggi e palme, aree verdi lussureggianti e infine il lago.
La prima parte attraversa poveri quartieri fatti di case innalzate su palafitte o galleggianti e ancorate alla terra.
E' uno spaccato di vita in cui brulica un'umanità affaccendata nei gesti quotidiani a contatto con il fiume: sulle sponde donne che lavano e riordinano. sulle acque uomini in barca che trasportano e pescano.
Il Tonlé Sap serpeggia piano e lentamente le costruzioni si diradano, la città lascia il posto ai villaggi e a eleganti templi bianchi e torri in pietra.
La vegetazione si fa più fitta, alte palme ondeggiano al vento e i campi coltivati si perdono nell'orizzonte oltre le sponde.
L'ospitalità gentile dei cambogiani si fa sentire anche qui..
Dopo alcune ore di viaggio le rive si allontanano e la barca fa il suo ingresso nel lago Tonlé Sap, che con i suoi 2700 mq è il bacino d'acqua dolce più grande del sud-est asiatico.
E le sorprese non sono finite: il segnale che si è quasi giunti a destinazione sono dei meravigliosi alberi che crescono nell'acqua! I primi più solitari e poi via via raccolti in insoliti boschetti lacustri.
La magia del sito di Angkor risiede anche nel fascino esercitato dal connubio fra le rovine e la lussureggiante natura circostante.
La fusione fra questi due elementi è particolarmente evidente visitando il Ta Prohm e il più piccolo Ta Som, volutamente mantenuti come sono stati scoperti dai primi esploratori.
Fra le loro pietre sono cresciuti altissimi Ficus religiosa e Ceiba pentadra e le loro sinuose radici hanno lentamente abbracciato l'architettura, fondendosi con essa.
Racchiusa dentro quattro cerchie di mura, includeva vari edifici religiosi (dedicati a tutti i culti locali) ed era un famoso luogo di insegnamento, l'università di Angkor.
Superato il fiume, con un ponte protetto da decine di guardiani in pietra, il sito si sviluppa in lunghezza, con un passaggio centrale che attraversa cortili, padiglioni, chiostri e templi.
Lungo il percorso s'incontrano tante barche: alcune sfrecciano veloci, mentre altre beccheggiano nell'acqua mentre i pescatori stendono con cura le reti.
Molti sorridono al nostro passaggio e ci salutano con gesto della mano che significa benvenuti!
Talmente grande che durante la navigazione si ha la sensazione di essere in mezzo al mare!
All'arrivo sarete accolti dai tanti autisti di tuc-tuc, pronti a portarvi al vostro albergo a Siem Reap e a proporvi i loro servigi per visitare i templi di Angkor.